Comune Di Longi

Sito ufficiale del Comune dei Nebrodi

Flora e Fauna

Il comune di Longi ricade per 83,40 % , della sua estensione (il settimo di tutta la Sicilia), all’interno del perimetro del parco dei Nebrodi ciò comporta una grande somiglianza vegetativa e faunistica con il suddetto Parco. Le caratteristiche distese di macchia mediterranea e ginestre sempreverdi, i meravigliosi boschi di faggio, quercia, cerro, la grande varietà  di piante e fiori danno vita a luoghi di straordinaria bellezza e grandissima suggestione alcuni dei quali ricadono nel comune di Longi.
Fra tutti non può essere non menzionato lo splendido Bosco di Mangalaviti (1528 M . s.l.m.) e la Serra del Re (1754 M. s.l.m.), caratterizzati, alle quote inferiori, da vetuste cerrete con ragguardevoli esemplari, ed, alle quote più alte, da fittissime ed imponenti faggete, frammiste ad aceri, frassini, agrifogli, perastri, meli selvatici e tassi. Ricca la vegetazione lungo tutti i corsi d’acqua, i quali scendono rigogliosi per quasi tutto l’anno. Proprio questo lento deflusso delle acque verso valle, con l’aggiunta di condensazioni e piogge, favoriscono la permanenza dei faggi che, grazie alle sue foglie ovali provviste di peluria, è in grado di trattenere l’acqua riuscendo a superare i periodi di siccità  che talvolta si presentano a causa del clima caldo.
I complessi boschivi incidono notevolmente sul clima del territorio di Longi, che si caratterizza per avere, diversamente dalla costa e dal resto dell’isola, inverni lunghi e freddi ed estati calde ma non afose. Fenomeni come la nebbia e la neve sono assai frequenti e fanno si che si crei quel giusto grado di umidità  necessario per l’esistenza dei vari tipi di boschi. Le temperature, pur variando da zona a zona, si mantengono in genere comprese tra i 10 °C e i 12 °C nella media e alta montagna, mentre la piovosità , correlata all’altitudine e soprattutto all’esposizione dei versanti, varia da un minimo di 600 mm ad un massimo di 1400 mm.
Questi luoghi sono raggiungibili da Longi attraversando Portella Gazzana (979 M. s.l.m. ), ed offrono magnifici punti panoramici con la possibilità  di  realizzare splendide  ed affascinanti  escursioni all’insegna della natura e dell’avventura. Non bisogna inoltre dimenticare  altri boschi e i boschetti (Castagno , Castaneto) più o meno grandi, che appartengono al Comune di Longi. Fra tutti, il Bosco Soprano è uno splendido esempio di natura controllata, ubicato vicino Portella Gazzana, a due passi dalla C.da Pado. Il bosco è costituito da alberi di quercia , rovere e castagni, con particolari esemplari di una certa statura ed età . Percorribile quasi per intero mediante strade di penetrazione, questo bosco offre splendidi luoghi di osservazione per la flora e per alcune specie di fauna. Nella restante superficie del Comune di Longi sono concentrati diverse coltivazioni, fra cui quelle di castagno, nocciolo e olivo ed, in minor quantità , terreni per il pascolo, coltivazione di cereali ed infine macchia mediterranea.
E’ molto difficile ai nostri giorni ricostruire le origini del castagno, del nocciolo e dell’olivo, alberi che in passato hanno rivestito una grande importanza nell’economia rurale, in quanto costituivano una fonte indispensabile di alimento per le popolazioni, soprattutto montane.La loro diffusione attuale, infatti, è principalmente opera dell’uomo che ha fatto si che occupassero zone assai più estese rispetto a quelle d’origine, a scapito di diverse comunità  forestali naturali, soprattutto querceti caducifogli, ma anche faggete termofile e aree di macchia  mediterranea sempreverde.
L’Olivo è una pianta largamente coltivata in tutti i paesi mediterranei fin dai tempi più antichi. Alta fino a quindici metri, è una pianta molto longeva e supera agevolmente il secolo con una buona produttività.  Ha fusto robusto, per lo più gibboso e contorto. Particolare è la presenza di numerosi polloni che consentono alla pianta di ricostruirsi anche in caso di gravi danni alla chioma e al tronco principali. L’ulivo vuole climi temperati e caldi, preferisce i terreni calcarei ma anche rocciosi purchè non eccessivamente umidi o compatti. Inizia la produzione verso i decimo anno di impianto, raggiunge il massimo di produttività  verso il quarantesimo e lo mantiene fino all’ottantesimo e oltre, ma questi dati variano anche sensibilmente con la forma di allevamento e le cure colturali. L’olivo presenta molte varietà di frutti, comunemente chiamate olive, da destinarsi alla produzione di vari tipi di olio o al consumo primario. La raccolta si effettua a mano, distaccando i frutti dai rami (la cosiddetta brucatura ) oppure vengono raccolti a terra o sulle reti dopo la bacchiatura o la caduta spontanea.
L’andamento climatico delle zone meridionali, tra cui l’area longese, influisce notevolmente sulla qualità dell’olio, più grasso e denso rispetto alle zone centrali e settentrionali d’Italia, favorendo la produzione di olio extra-vergine di Oliva di qualità  superiore.
Il Castagno prima di essere diffuso artificialmente e selezionato in varietà  pregiate da frutto, probabilmente era già presente in Italia ed in Sicilia come specie selvatica in boschi misti di querce, tigli, carpini e altre latifoglie. Nel comune di Longi, ma in tutta le Sicilia, i boschi di castagno sono piuttosto diffusi, anche se in maniera non omogenea, si trovano soprattutto nelle zone collinari e submontane, tra i 400 e i 900 metri di altitudine, spingendosi più in alto su alcuni rilievi (1400 m). Il castagno predilige i suoli acidi e temperature medie annue intorno agli 8°C, con precipitazioni comprese tra 600 e 1500 mm. E’ una specie longeva ad accrescimento piuttosto rapido che può raggiungere l’altezza di 20 m circa. Ha una chioma allungata e allargata e un tronco dritto e ramificato in alto. La corteccia è di colore grigio scuro nelle piante adulte, bruno rossastra negli esemplari più giovani. Nel corso dei secoli l’uomo ha tratto molti benefici dal castagno. Ha utilizzato i frutti per cibarsene e il legname sia per la fabbricazione di utensili di uso comune quali canestri, panieri, travi e botti sia come riserva di legna da ardere. Le foglie, infine, hanno applicazioni mediche poichè esercitano un’azione sedativa sull’apparato respiratorio.  Il suo Frutto comunemente chiamato castagna è riunito in numero da 2 a 3 in infruttescenze spinose, chiamate ricci, che si schiudono cadendo a terra quanto i frutti sono maturi.
A Longi, la coltivazione del nocciolo viene praticata da tempi immemorabili. Tuttavia, è da ritenere che il suo sviluppo sia dovuto soprattutto all’interesse che, a partire dagli anni 60′ l’industria dolciaria ha mostrato nei suoi confronti. Appartiene alla famiglia delle Betulacee,  un arbusto o un piccolo albero alto fino a circa 8 m, ma generalmente non supera i 5 m, con foglie di forma arrotondata, con apice acuto e margini doppiamente seghettati. Lungo il picciolo e in prossimità  delle nervature è presente una fine e abbondante peluria. I fiori sono piccoli, unisessuali, portati dalla medesima pianta, monoica. Il frutto (nocciola), è un achenio con pericarpo legnoso, indeiscente, ravvolto parzialmente in un involucro fogliaceo verde, sfrangiato, dal quale si stacca a maturità . I semi, detti anch’essi nocciole, sono ricchi di olio, commestibili; oltre che come frutta secca vengono largamente utilizzati nell’industria dolciaria, per cui la pianta è coltivata su vasta scala in vari Paesi, tra i quali si annoverano anche la Turchia, e la Spagna. La coltivazione della nocciola richiede clima temperato, terreni ben esposti (sud e ovest) di pianura o di media e alta collina, ma riparati da venti e gelate, necessita di aree ad elevata piovosità  o con adeguata irrigazione. Particolarmente ricco è anche il sottobosco per la presenza di numerose specie di piante minori, fiori e soprattutto di funghi. In alcuni periodi dell’anno e in determinati tipi di terreno e in presenza di particolari essenze arboree o erbacee, si possono trovare molte delle più ricercate e pregiate specie di Funghi. Nelle zone boschive possono essere raccolti gli ottimi porcini e porcini neri (Boletus edulis Bull. e aureus Bull.) gli ovuli buoni (Amanita Caesarea), i piopparelli, i chiodini e molte altre specie. Tipici dei prati sono, invece, i prataioli, le mazze di tamburo, i cantarelli, Steccherini e molte altre ancora.
 
Anche dal punto di vista della fauna, le somiglianze con le razze presenti nel parco dei Nebrodi sono direttamente riconducibili a quelle presenti nei territori del Comune di Longi. Un’animale molto caratteristico della zona è il “Suino Nero” che da sempre ha trovato pascolo e vita in mezzo ai boschi, a giudicare dai resti fossili e dai riferimenti di scrittori dell’antichità  è accertata nel periodo VIII-VI sec. a.C. Questi animali abitualmente vivono allo stato brado, nutrendosi con gli alimenti che trovano nel sottobosco. Di solito affrontano condizioni più difficili delle altre popolazioni animali presenti, alcune delle quali, durante i rigori invernali, ricevono delle transumanze. La caratteristica più importante di questa razza è la pregevolezza delle sue carni, dalle quali si ricavano salumi speciali.
Si può citare anche la ricca presenza di animali domestici e da allevamento di diverse razze. Infatti, sono ancora numerose le aziende agricole del posto che si occupano dell’allevamento di animali da latte e da macello (bovini, ovini e suini). Questi allevamenti vengono praticati prevalentemente nelle zone di Gazzana, Mangalaviti e Botti, solamente in alcuni periodi dell’anno. Infatti, a causa della rigidità del clima nelle stagioni invernali, gli animali vengono spostati in grandi quantità  nelle zone con clima più mite e in seguito, alla fine delle stagioni fredde, vengono riportati ai pascoli di montagna.